Parrocchia san sebastiano martire

Marischio

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Marischio è una frazione di Fabriano (AN). La parrocchia porta il titolo di S. Sebastiano, che si festeggia il 20 gennaio. La chiesa parrocchiale fu edificata dagli abitanti del villaggio nel 1448/53, con diritto perpetuo alla elezione del parroco; era officiata nei primi anni (1459/67) dai Servi di Maria. Più volte ricostruita e ampliata nel corso dei secoli; gli ultimi restauri sono del 1901 e del 1943. Conserva un frammento di affresco raffigurante il Crocifisso, di un certo valore e molto venerato. 


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La chiesa di Marischio ha quasi seicento anni. Risale al 1447, infatti, la prima «profferta» al Vescovo di Nocera Umbra, diocesi di appartenenza in quell'epoca, da parte degli abitanti del paese per edificare un nuovo tempio da consacrare a San Sebastiano martire. Fino al quel momento, infatti, la chiese parrocchiale del territorio era Santa Maria Plebis Flexiae, presso l'attuale Torrececchina, a circa due chilometri da Marischio. 

In prossimità dell’attuale cimitero si trovava, inoltre, un’altra piccola chiesa intitolata a Sant’Angelo (citata nel 1280, non più esistente da secoli). Ma all’inizio del millequattrocento entrambe le chiese iniziarono a risultare troppo decentrate rispetto al crescente sviluppo del paese in collina, tanto che i marischiani sentirono l’esigenza di edificarne una nuova all’interno dell’abitato.

L’intitolazione a San Sebastiano aveva lo scopo, tra l’altro, di ingraziarsi il martire “frezzuto”, invocato contro la peste che in quel periodo minacciava il territorio.

Fu così che il 25 aprile del 1448 il Vescovo di Nocera Umbra - il fanese Giovanni Marcolini - accolse la richiesta degli abitanti di Marischio, acconsentendo alla costruzione di una nuova chiesa.

Ben presto iniziò la “fabbrica” dell’edificio, che poteva dirsi ultimato intorno tra 1451-1453.
Inizialmente vi officiavano i Servi di Maria Vergine (sicuramente fino al 1467, secondo altre fonti a fasi alterne fino al 1493), che si spostavano per dir messa dalla loro non distante sede di Santa Maria del Piangato (nella zona del Borgo di Fabriano), senza risiedere a Marischio.

Visto che questa soluzione non soddisfaceva pienamente i marischiani, le circa quaranta famiglie della parrocchia ottennero dalla Diocesi di Nocera Umbra una sorta di “giuspatronato” laico sulla parrocchia stessa - durato per circa quattrocento anni, fino all’inizio del Novecento - con il privilegio di scegliere il parroco, ma anche l’onere di mantenerlo attraverso il versamento di “decime” annuali.

Il primo parroco di cui si ha notizia certa è Don Paolo detto “Meschino” di Fabriano, menzionato in un documento apostolico del 1573 come «anziano e infermo» e quindi probabilmente al termine della sua vita terrena. Nel corso dei secoli si sono poi susseguiti molti altri sacerdoti, fino all’attuale don Luigi Marini, sacerdote originario di Amandola, che ha fatto il suo ingresso nella parrocchia di Marischio il 19 giugno 2022, nella solennità del Corpus Domini e nel 78° anniversario della morte di don David Berrettini, ooriginario di Gualdo Tadino, che fu parroco a Marischio dal 1 agosto 1936 al 19 giugno 1944, giorno in cui fu barbaramente ucciso da un comando nazista a seguito di una rappresaglia.

Ferruccio Cocco

La chiesa di San Sebastiano martire - in origine assai più piccola dell’attuale - nel corso dei secoli ha subìto numerosi cambiamenti, a causa di crolli e di successive ristrutturazioni. Una ricostruzione pressoché radicale avvenne all’inizio del Settecento. In seguito al violento terremoto del 14 gennaio 1703, infatti, la chiesa di Marischio venne seriamente danneggiata. Grazie alle offerte dei fedeli e ai lasciti testamentari precedenti, un primo rifacimento fu portato a termine nel 1715 e un ulteriore ampliamento nel 1729.

Precisamente il 16 luglio 1729 la chiesa di San Sebastiano martire in Marischio venne riconsacrata da Monsignor Giovanni Battista Chiappè, Vescovo di Nocera Umbra. Da quel momento in poi, come giorno dell’anniversario fu stabilita la terza domenica del mese di luglio.

L’attuale facciata in mattoni risale al 1868, ricostruita dopo un crollo quasi totale. Il campanile è stato ricostruito nel 1915. L’abside fu rifatta nel 1942. Restauri importanti sono stati compiuti anche nel 1954/56, nel 1976 e dopo il terremoto del 1997.
La chiesa, oggi, si presenta ad una navata con pianta rettangolare in cui s’innesta il semicerchio della tribuna. E’ arricchita da sette quadri ad olio su tela di grandi dimensioni, di età collocabile tra il 1600 e l’inizio del 1700, cinque dei quali di autore ignoto, mentre due (quelli dell’abside) sono attribuiti al pittore Francesco Bastari.

Tra le altre opere degne di menzione, un frammento di affresco di scuola fabrianese del XV secolo raffigurante Cristo Crocifisso, probabilmente l’unica porzione artistica della chiesa originaria: i vecchi marischiani erano molto devoti a questa immagine, tanto da chiamarla “Crocifisso Miracoloso”.

Un’altra opera interessante è un quadretto raffigurante la “Madonna con il Bambino Gesù”, risalente al XVII-XVIII secolo detta “dei Battelli” perché donata da questa famiglia del paese.

Un’ultima opera merita di essere citata, benché non si trovi all’interno della chiesa, ma nell’attiguo salone parrocchiale: si tratta di una tavola, forse da processione, databile XVI secolo, dipinta sui due lati, in uno è raffigurato il Cristo Risorto, nell’altro la Madonna in trono con tra San Sebastiano e Sant’Antonio abate (autore ignoto).

Ferruccio Cocco


Luigi Marini - Parroco
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